articoli

Libero di non essere libero

Non esistono gradi negli assoluti dell’essere 

Un raro brano di Osho apparso su Osho Times n 272

 

Osho



Sei totalmente libero di scegliere, la libertà non può avere gradi. Come potrebbe? O come potresti definire libertà qualcosa che ha gradi? 

Se sei libero solo dentro casa, ma non quando esci, allora non sei libero. Una libertà limitata non è libertà, è schiavitù con un bel nome. Libertà significa ciò che è illimitato e non può significare nient’altro. Schiavitù significa limitazione. 

Questo deve essere compreso in profondità. 

La schiavitù non può mai essere illimitata, non puoi rendere qualcuno schiavo senza limitazioni, perché la schiavitù è una cosa limitata. 

Ci sono gradi di schiavitù: puoi essere più schiavo o meno schiavo. Posso fare di te uno schiavo fino a un certo punto, posso dire: “Per quanto riguarda questo, o quello, sei libero”. Ma non ci sono gradi di libertà, la libertà è totale. 

È un fenomeno così infinito che ne abbiamo paura.

Erich Fromm ha scritto un libro molto bello, Fuga dalla libertà. Il nome è mol­to significativo: “fuga dalla libertà”. Ha ragione: tutti sono in fuga dalla libertà. 

Ad esempio, l’amore è una libertà, ma il matrimonio non lo è. Quando sei innamorato, prima o poi la mente cercherà di sfuggire alla libertà e di trasferirsi nel matrimonio.

L’amore è inesplorato, sconosciuto, nes­suno sa dove possa portare. E la libertà è infinita: hai paura. Quindi costruisci una gabbia, segni dei confini e vivi al loro interno. Così sai dove sei e dove stai andando. Sei sfuggito alla libertà.

Scappiamo in ogni modo. Perché? Perché la libertà è una cosa così totale, così grande, e noi siamo così piccoli che non riusciamo ad affrontarla, non riusciamo a conviverci. 

Se sei solo hai la libertà, ma quando c’è un altro, quando sei in mezzo alla folla, la libertà è perduta. Ecco perché tutti cercano di sfuggire alla solitudine. Nessuno vuole essere solo e libero. Bisogna avere compagnia, perché compagnia significa meno libertà e più schiavitù.

David Riesman ha scritto un libro, La folla solitaria, in cui parla di questo fenomeno. Tutti scappano in mezzo al­la folla, perché sentire i morsi della solitudine significa avere paura, paura di se stessi, paura di vivere con se stessi. Tutti hanno fatto la stessa cosa, quin­di è una grande folla e tutti sono soli.

Una persona che non è in grado di vivere con se stessa non può essere in grado di vivere con nessun altro. Chi non è capace di amare se stesso, di godere della propria compagnia, non potrà essere in comunione profonda con nessun altro. Se ti annoi da solo, creerai noia negli altri. 

Per questo esistono le folle, ma sono folle solitarie.

La libertà più grande è scegliere la propria vita, scegliere il proprio essere, scegliere se stessi. Fa paura. È meglio arrendersi a qualcuno, è meglio lasciare che qualcuno faccia le scelte per te: qualcuno che è più esperto, qualcuno più informato, qualcuno che possa guidarti. Continuiamo a scappare...

Ho incontrato molte persone che mi hanno detto: “Non riesco a fare nulla. Mi arrendo a te, fai qualcosa per me!”. 

Resto sempre sorpreso: se non riesci a fare nulla, come puoi arrenderti? La resa è una cosa importante. Ma la gente dice: “Non riesco a fare nulla, quindi mi arrendo”, come se arrendersi non fosse niente, come se arrendersi significasse non fare nulla. Come puoi arrenderti se non hai scelto la tua vita? Se pensi di non aver scelto nulla, di essere solo stato scaraventato nella vita, come puoi dire: “Mi sono arreso?”. Chi sei, per poterti arrendere?

No! Arrendersi è l’atto più grande, è un atto totale. Solo una persona che si sente totalmente libera può arrendersi, non uno schiavo. Come può arrendersi uno schiavo? Solo una persona responsabile può arrendersi. E se riesci ad arrenderti, puoi fare qualsiasi cosa.

Questa libertà deve essere compresa profondamente, non come concetto, ma come la situazione in cui viviamo: siamo liberi. 

In questo preciso istante puoi fare dietrofront. Non c’è un destino che ti costringa ad andare in una direzione particolare, nessun passato che ti spinga, nessun futuro che ti spinga: solo tu. Puoi capovolgere questo momento e cambiare. Puoi essere diverso, completamente diverso. Puoi essere un’anima, non un corpo.

Non esistono gradi della libertà. E quando dico che non esistono gradi della libertà né gradi della scelta, dico anche che non esistono gradi dell’illuminazione.

Ti illumini all’improvviso. Così come esistono gradi di schiavitù, ma non di libertà, esistono anche gradi di ignoranza, ma non gradi di consapevolezza. O sai o non sai.

La gente viene a chiedermi: “Chi è più illuminato? Buddha, Mahavira, Krishna o Cristo?”. Come se ci fossero delle classifiche! Quelli che hanno scritto nei testi sacri che esistono dei gradi dell’illuminazione sono degli stupidi: “Buddha ha raggiunto questo grado di illuminazione. Mahavira ha raggiunto quel grado, qualcun altro è andato oltre entrambi...”! Non ci sono gradi dell’illuminazione!

Se “evapori”, salti. L’illuminazione è un salto. L’ignoranza di Buddha ha dei gradi, l’ignoranza di Mahavira ha dei gradi, ma nel momento in cui Vardhaman – il vecchio nome di Mahavira – o Siddhartha – il vecchio nome di Buddha – evaporano, la loro consapevolezza non ha gradi. La beatitudine penetra tutto il fenomeno della vita.

Allo stesso modo, esistono gradi di odio, ma non gradi di amore. Ci sono gradi di rabbia, ma non ci sono gradi di perdono: o perdoni o no. Ci sono gradi di peccato, ma non ci sono gradi di virtù, non possono esserci.

Sei totalmente libero di scegliere, infinitamente libero di scegliere. Puoi continuare a scegliere ripetutamente, nascita dopo nascita, per millenni. Nessuno può dirti di cambiare. Non puoi cambiare se non ti rendi conto di averne avuto abbastanza. Buddha ha detto: “Basta. Sono stato, ora non sarò più”.

Questo è difficile da concepire, perché la logica ritiene che ci debbano essere gradi in tutto. La ragione dice: “Come posso dire che sono libero quando ovunque c’è schiavitù?”. È vero, ma sei tu che l’hai creata.

La logica non può concepirlo, perché la logica fa parte della mente e pensa in termini di dualità fisse.

Nella logica, o c’è il bianco o c’è il nero; o sei libero o non sei libero. Nella logica, non esiste il grigio. Ma nella vita, il grigio è l’unica realtà: il bianco è un polo del grigio e il nero è l’altro polo.

Quando dico che sei libero, dico anche che sei libero di non essere libero, sei libero di essere uno schiavo. La tua libertà è tale che puoi persino scegliere la non-libertà, perché se non puoi scegliere di non essere libero, la tua libertà non è totale.

Questo è il dilemma. La logica ordinaria direbbe: “Se l’uomo è libero, perché non è libero? Se l’uomo è divino, perché non si sente divino? Se l’uomo è beatitudine, perché non è beato?”. Ma io affermo che l’uomo non è libero perché è libero: ha scelto. L’uomo può scegliere la libertà e diventare libero oppure può andare contro se stesso, contro la sua natura. Questo è ciò che la libertà implica. Quando riesci ad andare contro la tua natura, quando riesci a espandere la tua coscienza o a non espandere la tua coscienza, diventi libero, responsabile… O ancora più dannoso per te stesso.

Gli animali non sono liberi, nel senso che sono più inconsci. Vivono d’istinto, non possono scegliere. Hanno una natura fissa e devono seguirla.

L’uomo non ha una natura fissa, non esiste una natura dell’uomo. L’uomo ha libertà: può cadere, può innalzarsi; può scendere più in basso degli animali o volare più alto degli angeli. Non ha una natura fissa.

Più diventi conscio, meno c’è che ti lega. Più responsabile diventi, più ci sono pericoli. Ci saranno dei cambiamenti pericolosi e non li sfuggirai se non diventerai totalmente consapevole. Ed è bene attraversarli piuttosto che cercare di scappare, perché questi pericoli ti aiuteranno a essere più consapevole. La fuga creerà solo incoscienza, inconsapevolezza, letargia e sonno.

 

Tratto da: Osho, The Great Challenge #10

 

Apparso su Osho Times n. 272