Un raro brano di Osho apparso su Osho Times n. 259
Nel Talmud c’è una bellissima storia.
Un pagano si recò da Hillel*, un grande mistico ebreo, e cinicamente gli chiese: “Insegnami tutta la Torah nel tempo in cui riesco a stare su un piede solo”.
È impossibile! La Torah è un grande libro sacro e ci vogliono davvero anni per comprenderla. E questo cinico, questo scettico, dice a Hillel: “Se davvero hai capito la Torah, dimmi il succo, il riassunto, l’essenziale. Mentre sto su un piede, mi dici tutto quello che c’è nella Torah”.
Questo scettico era stato anche da altri mistici che non dovevano essere stati dei veri mistici, ma grandi teologi, filosofi, pensatori, esperti, studiosi. Tutti avevano rifiutato. Avevano detto: “È impossibile, la Torah ha bisogno di anni di studio, uno studio permanente. E la Torah non può essere condensata in poche frasi: sarebbe un sacrilegio. Non è possibile”.
Ma Hillel acconsentì e rispose immediatamente: “Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te. Questa è la Torah, tutto il resto è un commento”.
L’amore è la Torah, il resto è commento. E cos’è l’amore? Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te. Questo è il criterio dell’amore: fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te. Qualunque cosa tu voglia per te stesso, falla anche agli altri. Qualunque cosa tu non voglia che succeda a te, non farla agli altri. Pensa te stesso come il centro dell’esistenza. Anzi, non pensare all’altro in quanto altro: esisti solo tu. E anche nell’altro c’è la stessa vita, la stessa canzone che aspetta di essere cantata, lo stesso bisogno di elevarsi al divino, la stessa ricerca, la stessa indagine, lo stesso cuore palpitante, la stessa agonia, la stessa estasi. 1
Hillel è il più famoso filosofo ebreo e ha certamente condensato tutta la filosofia del giudaismo in un’unica frase.
L’episodio è vero. Gli fu chiesto di stare su un piede solo e di rispondere nel modo più breve possibile sull’essenza dell’ebraismo.
E quello che disse è bello, ma non privo di difetti.
Disse: Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te. Questo è il giudaismo essenziale, il resto è commento. Tutte le grandi scritture degli ebrei, la Torah, il Talmud, sono tutti solo commenti all’unica, breve affermazione simile a un seme: fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te.
Per quanto riguarda il giudaismo, nessun pensatore ebreo ha mai sollevato dubbi a riguardo. E nessun filosofo non ebreo ha mai sollevato alcuna domanda.
Ma a me interessa più la realtà umana che non le questioni filosofiche.
E guardando la realtà umana, l’affermazione non è corretta, perché i miei gusti e i tuoi gusti potrebbero essere diversi.
Fare agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te potrebbe essere giusto solo se tutti avessimo gli stessi gusti.
E non è così.
Ad esempio, c’è chi è masochista e gli piace essere picchiato, gli piace essere torturato. Cosa dovrebbe fare a te, torturarti? Secondo il principio di Hillel, dovrebbe picchiarti, dovrebbe torturarti, perché è quello che vuole che tu faccia a lui.
Forse Hillel o i filosofi ebrei non erano consapevoli del fatto che ci sono persone che amano essere torturate e persone che amano torturare. È un’osservazione della psicologia contemporanea che esistono sadici a cui piace torturare e masochisti a cui piace essere torturati; quindi, si dice che la migliore coppia del mondo sia quando un sadico e un masochista si sposano. A quel punto vivono in paradiso, perché uno vuole essere torturato e l’altro vuole torturare. Entrambi godono!
Ma è molto difficile…
Prima di innamorarti, ricorda la prima questione fondamentale: se sei un sadico, trova un masochista; se sei un masochista, trova un sadico.
I posti migliori per trovare queste persone sono gli studi degli psicoanalisti. Vai a sederti in una sala d’aspetto e troverai ogni genere di persone.
Ma questa affermazione non è applicabile.
Per quel che mi riguarda non è così facile, perché vedo l’uomo come un essere multidimensionale.
È possibile enunciarlo stando su un piede solo, non c’è bisogno di grandi frasi, ma sono dieci… “non comandamenti”.
Il primo: libertà.
Il secondo: unicità dell’individualità.
Il terzo: amore.
Il quarto: meditazione.
Il quinto: non-serietà.
Il sesto: giocosità.
Il settimo: creatività.
L’ottavo: sensibilità.
Il nono: gratitudine.
Il decimo: senso del misterioso.
Questi dieci “non comandamenti” costituiscono il mio atteggiamento di base nei confronti della realtà, verso la libertà dell’uomo da ogni genere di schiavitù spirituale. 2
Ho sentito una bella storia su San Francesco, un altro Gesù. Un giorno disse al suo discepolo, Leone: “Fratello Leone, andiamo in città, insegniamo e predichiamo alla gente”.
Andarono in città. Camminarono su e giù per le strade incontrando la gente, sorridendo, parlando, a volte scherzando con qualche ragazzo, a volte sorridendo a una donna e a volte dicendo una parola allegra a un viaggiatore stanco. E continuarono così per un bel po’. Stava quasi diventando buio e il Sole stava tramontando. Leone disse: “Maestro, quando andiamo a predicare?”.
E Francesco rispose: “E che cosa abbiamo fatto finora? Abbiamo predicato, abbiamo parlato con la gente, ci hanno osservato, ci hanno ascoltato, alcuni di loro ci han guardato negli occhi, alcuni di loro sono diventati consapevoli dei tesori che portiamo nei nostri cuori e non c’è migliore insegnamento, non esiste migliore predica”.
San Francesco disse: “Non serve andare da qualche parte a predicare, se non predicare mentre camminiamo”.
Ma un prete non vive ciò di cui parla. Un prete può solo continuare a parlare delle cose. Quando un tempio è posseduto da un prete è distrutto. Il grande tempio di dio a Gerusalemme non fu distrutto dai nemici, ma dai sacerdoti. È sempre stato così: gli amici sono i veri nemici. Quelli che fingono di essere i protettori, sono quelli che distruggono. Ed è sempre stato così, perché la ribellione è sempre stata interpretata come rivoluzione.
Una volta andato Gesù, i suoi discepoli iniziarono a organizzare la dottrina, il dogma. E la dottrina e il dogma diventarono più importanti; il futuro diventò più importante. Diventarono missionari. Non persone che vivono nel qui e ora, non persone spontanee, non persone che amano, ma persone che parlano dell’amore. E se non sei d’accordo con loro, sono pronte a combattere. Sono pronte persino ad andare in guerra per difendere la loro dottrina dell’amore.
Ma non puoi provocare un mistico. Un mistico non può essere indotto ad arrabbiarsi, perché vive l’amore. Invece il prete continua a parlarne. Se discuti, se sei scettico, se sei dubbioso, si arrabbia: può arrivare persino a ucciderti per aiutarti. Può ucciderti perché deve difendere la dottrina dell’amore.
Nessun’altra religione ha creato tante guerre quanto il cristianesimo. E tutto ciò che predica è l’amore. Nessun altra religione ha generato tante guerre quanto l’Islam e la parola “Islam” significa pace. La parola “pace” crea la guerra. Tutto il cristianesimo è basato su una sola parola, “amore”, ma il risultato finale sono le crociate, le guerre, gli omicidi.
Ma perché? Quando la religione diventa un dogma, è inevitabile. Quando la ribellione si trasforma in una rivoluzione, in un fenomeno organizzato, è inevitabile. La ribellione è individuale, pura, vergine: arriva dal cuore, non è una dottrina.
Una volta un uomo venne da me e disse: “Vorrei avere il tuo credo, per poter vivere la vita come te”. Lo ripeté: “Vorrei avere il tuo credo, per poter avere una vita come la tua”.
Dissi a quell’uomo: “Per favore, inizia a vivere la vita come me. Presto avrai anche il credo”.
Il contrario non è possibile: non puoi avere prima il credo e poi la vita. La vita è l’elemento primario, fondamentale; il credo è solo un’ombra. 3
La cosa fondamentale è amare te stesso. Se ami te stesso troverai molte persone che ti amano, perché una persona che ama se stessa diventa adorabile, amabile; raggiunge una grazia e una dignità. La persona che non ama se stessa rimane brutta, perché se non ami te stesso, ti odi. Non c’è altra scelta, non puoi essere neutrale.
La neutralità non esiste nella vita: o sei questo o sei quello. Se non ti ami, ti odi. E proprio in quel tuo odio ti paralizzi, ti avveleni: come puoi aspettarti che qualcuno ti ami? Se nemmeno tu sei disposto ad amare te stesso, chi ti amerà?
Ricorda la famosa affermazione del mistico ebreo, Hillel: “Se non sei a favore di te stesso, chi mai lo sarà?”. E anche l’altra parte della frase è bellissima: “Se sei SOLO a favore di te stesso, qual è il significato della tua vita?”.
Questa è la polarità.
Devi amarti, questo è il tuo primo obbligo verso te stesso. E la seconda cosa è non perderti in quell’auto-amore, altrimenti la vita non avrà significato, non avrà importanza. Quando sei in grado di amare te stesso, cerca l’altro, vai a incontrare l’altro. E lo troverai! Tutta la Terra è piena di gente amorevole, di gente bella.
Eri tu a non essere bello, non fluivi con amore, non eri pieno di amore e per questo non riuscivi a trovare qualcuno che ti amasse.
E questo succede a molte persone. Praticamente la maggioranza delle persone soffre per lo stesso problema. Tutti vogliono essere amati e nessuno sa cosa sia l’amore, nessuno è capace di amare se stesso.
L’amore è una grande arte! Le persone imparano a dipingere, imparano a suonare. Per anni praticano la musica, fanno esercizio. Poi un po’ alla volta diventano capaci di dar vita a qualcosa di bello.
L’amore è la più grande bellezza e il più grande fenomeno, ma nessuno lo impara mai. Tutti pensano che solo perché sei nato, sei capace di amare.
È una sciocchezza. La vita è un’occasione per imparare ad amare. 4
* Hillel il Vecchio (Babilonia, 60 a.C. circa – Gerusalemme, 7) fu un rabbino ebreo, primo dei Tannaim, i Maestri della Mishnah, che visse a Gerusalemme al tempo di Erode il Grande.
Testi di Osho tratti da:
1. The Divine Melody – Discourses on Songs of Kabir #9
2. Beyond Enlightenment #23
3. Come Follow To You, Vol. 3 #5
4. Philosophia Perennis, Vol. 2 # 9
Continua su Osho Times n. 259